venerdì 5 giugno 2020

la maleducazione

Se dovessi rappresentare il fatto come scena di un mio romanzo scriverei così: "Eccoli. Trascorrono la serata sul lungomare, in allegria, mangiando rosticceria di vario genere e bevendo birra. Tanta birra. Benché vi siano a due passi i bidoni opportunamente sistemati, sembra più facile lasciare le bottiglie vuote sul muretto usato insieme come sedia e come tavolo. Certamente sarà una soluzione provvisoria, quando avranno finito vedrai che raccoglieranno e andranno a buttare tutto nel bidone. Intanto le bottiglie aumentano. Le risate pure. L'allegria è sempre una bella cosa. Finché  arriva il momento di andare via e quindi, si spera, di pulire. Il muretto è veramente sporco. Cartacce, buste, contenitori di cartone e le famose bottiglie. Soddisfatto della serata uno dice: "me sciamaninn". L'altro, con un barlume di senso civico e un embrionale senso del decoro, prova a proporre di pulire: " E stu casin?" La risposta arriva senza pause di riflessione: "che cazz te ne frec a te, me sciamaninn che ie tard". E infatti vanno via, lasciando alle loro spalle un indegno campo di battaglia. Un insulto alla città, un'offesa per tutti, compresi loro stessi. Bastava fare due passi".

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