venerdì 5 giugno 2020

la maleducazione

Se dovessi rappresentare il fatto come scena di un mio romanzo scriverei così: "Eccoli. Trascorrono la serata sul lungomare, in allegria, mangiando rosticceria di vario genere e bevendo birra. Tanta birra. Benché vi siano a due passi i bidoni opportunamente sistemati, sembra più facile lasciare le bottiglie vuote sul muretto usato insieme come sedia e come tavolo. Certamente sarà una soluzione provvisoria, quando avranno finito vedrai che raccoglieranno e andranno a buttare tutto nel bidone. Intanto le bottiglie aumentano. Le risate pure. L'allegria è sempre una bella cosa. Finché  arriva il momento di andare via e quindi, si spera, di pulire. Il muretto è veramente sporco. Cartacce, buste, contenitori di cartone e le famose bottiglie. Soddisfatto della serata uno dice: "me sciamaninn". L'altro, con un barlume di senso civico e un embrionale senso del decoro, prova a proporre di pulire: " E stu casin?" La risposta arriva senza pause di riflessione: "che cazz te ne frec a te, me sciamaninn che ie tard". E infatti vanno via, lasciando alle loro spalle un indegno campo di battaglia. Un insulto alla città, un'offesa per tutti, compresi loro stessi. Bastava fare due passi".

lunedì 30 ottobre 2017

la donna tagliata

Ogni sera sul palco quest'uomo vestito sgargiante
mi taglia e tortura in un solo istante
Si muove ballando e con tanta veemenza fa in modo che almeno dolore non senta
Mi chiedo ogni volta stupita e confusa come riesca nell'opera oscura
Di certo c'è un trucco ma io non lo dico
Ogni sera sul palco io sono una cavia, vittima inerme non sarò molto savia
Alla fine del numero esco dalla cassa, tutta intera ne più alta e ne più bassa
Faccio un inchino e il pubblico applaude ma è per il mago che poi il meglio accade
Scritture, contratti e televisione
Invece per me c'è solo afflizione
A volte poi volo, mi sollevo leggiadra, ma quando riatterro è la solita sagra
Allora una volta voglio tentare, gli faccio un dispetto e mi lascio tagliare
E voglio vedere, sai come rido mentre sto all'ospedale?
Caro mio mago che fai le illusioni,
Lascia anche a me un po' di riflettori
Perché te lo dico quando le luci son spente
Non puoi lavorare se non c'è l'assistente


mercoledì 18 ottobre 2017

la magia spogliata

"Privare la magia del suo mistero sarebbe assurdo come togliere il suono alla musica." E lo ha detto Orson Welles, mica io. La magia è un'arte nobile che affonda le sue radici nella notte dei tempi e da sempre la sua missione è quella di portare la meraviglia e lo stupore sul volto di quanti si lasciano ammaliare dalle esibizioni di maghi illusionisti. Questa meraviglia in realtà ha un nome e quel nome è "felicità." La felicità di assistere ad uno spettacolo magico non ha limiti, non ha prezzo e non c'è nulla di paragonabile.
Esagererò ma di sicuro la soddisfazione di aver scoperto qualche trucco non ripaga della perdita di quella felicità che è un diritto inalienabile di ogni spettatore.
Eppure oggi assistiamo a un curioso fenomeno: quello dei "tutorialisti" (si dice cosi?) che, con i loro tutorial, svelano la fantasia privandola del mistero. Costoro non vengano adesso a raccontarmi che lo fanno per il bene della magia e altre simili amenità, perché non ci credo.
La magia non ha debiti verso chi la pratica e chi la pratica non è padrone della magia per il solo fatto di praticarla.
Cari miei, non sono vostre le tecniche che andate spifferando, non avete il diritto di divulgarle a chiunque e non potete rischiare il discredito di una professione. Forse avete inventato un lavoro ma quello che fate non è il lavoro del mago. Un mago non spiega, un mago incanta. Un vero mago vive grazie al palcoscenico, di spettacolo, accettando i rischi e riscuotendo i successi che questa scelta comporta.
Il risultato del vostro fare riduce secoli di arte in un mero indovinello, con soluzioni spiegate a un'orda di ragazzini curiosi che assimilano nomi di cose che non comprendono veramente. Volete un esempio? Durante un mio spettacolo, dopo che avevo fatto scegliere una carta (per davvero) un bambino ha urlato: "L'hai forzata".  Alla fine dello show ho potuto chiedere al piccolo spettatore dove avesse sentito quella espressione. Su internet, mi ha risposto, dai tutorial.
Quel bambino, ormai, ha perso l'incanto. "Il bambino bisogna farlo ridere. E' più importante farlo ridere che rivelargli chissà quali misteri." E lo ha detto Gianni Rodari, mica io.
Non temete, nonostante tutto, la magia sopravvive... è magica. E' l'incanto che sta svanendo, questo è il vero problema. Il pubblico non sogna più ma tanto a voi che importa? Avete tanti "followers", tutti quelli che vi siete guadagnati spogliando la magia. Non sarebbe stato più bello se li aveste conquistati con le esibizioni senza spiegazioni? I maghi sono mercanti di sogni, non ragionieri. I maghi non spiegano: i maghi incantano.

venerdì 14 luglio 2017

non capivo il perché

Siamo stati insieme per mesi, lo so, mi ricordo: c'ero anche io. La nostra storia è stata intensa; mi cercava, non poteva fare a meno di me. Che uomo incredibile. Quando decideva di prendermi, ovunque fossimo, mi prendeva e basta. Non badava a spese, pagava per me, pur di avermi. E non solo una volta. Nell'arco della stessa giornata era capace di possedermi anche tre, quattro volte. Praticamente mi mangiava. Mi diceva sempre che ero la sua patatina preferita e io ci credevo. Del resto come potevo non crederci? Lo diceva a tutti, parlava di me, si vantava di avermi scoperta.
La sua determinazione era tale da non lasciare adito ad alcun dubbio. A causa mia litigava con la sua fidanzata la quale, gelosa, non voleva che passasse troppo tempo con me. Voi potrete rimproverarmi, darmi dell'immorale, ma come si dice? Al cuor non si comanda. Qualche volta siamo stati così sfrontati da farci vedere insieme persino da lei. E lui rideva. Capite adesso che chiunque altra ci avrebbe creduto?
Un bel giorno, da bravo mago qual è, senza darmi una spiegazione è sparito. Non l'ho più visto. Non mi ha più cercata e non capisco il perché di questo comportamento. Non l'ho mai costretto a fare niente, aspettavo che fosse lui a decidere quando e quante volte. Tanto correva sempre da me.
Temo che la patata non gli piaccia più. Adesso gli piace la frutta. Ha cambiato gusti. Lo so, lo sento. Non si spiega diversamente. Se un uomo passa dalle abbuffate all'astinenza un motivo c'è.
Ieri mattina mi è sembrato di vederlo, non sono certa che fosse lui, ma sembrava proprio lui. Solo più magro. L'ho sentito parlare. Che vergona, diceva alla sua fidanzata che aveva appuntamento con un uomo: un dietologo. Posso tollerare la fidanzata ma un uomo no. Alla fine ho capito, adesso mi è tutto chiaro. Il signorino si è messo a dieta e le patatine fritte non le mangia più. Nemmeno la mia marca che era quella che preferiva. Pazienza, ma state certi che me ne farò una ragione. Non resterò qui sull'espositore ad aspettare a lungo, ecco che c'è già un giovanotto che mi prende, apre la busta e... crunch!

lunedì 3 luglio 2017

ogni cosa ha il suo prezzo

E' una calda giornata estiva, di quelle che restano addosso; l'arsura mi tormenta, cerco refrigerio e spero che qualcuno, magari accadesse, venga a tirarmi fuori da questo limbo infernale nel quale, povero me, sto vagando da tempo. Arranco nella disperazione... no, no, non fraintendete, non cerco compagnia, ho solo bisogno di aiuto, devo risolvere una necessità per me vitale. Mi son ritrovato in trappola, senza sapere come sia successo e non so nemmeno da quanto tempo è successo. Tutto quello che so è che sono chiuso in questa stanza, una stanza dove la luce arriva poco e male, come se fosse penombra piuttosto che luce, come se fosse crepuscolo, come se... come se... come non so spiegare. Finalmente la luce fioca smette di essere tale: un bagliore mi acceca e poi aria e poi... lei.
Come nelle favole, quelle belle storie che accompagnano l'infanzia propiziando il sonno ai bimbi, torno al meriggio, ma avrei dovuto ricordare che nella narrazione c'è una morale, un insegnamento: la destinazione a cui conduce la favola stessa. Lei con la sua pelle chiara, così pallida che sembra quasi di non poterla toccare, mi attira a se. Il suo profumo ancor più esaltato dal calore estivo mi fa girare la testa. Sento i battiti del suo cuore,  sento lo scorrere del sangue nel suo corpo. Il suo corpo... tutto in bella mostra è un richiamo troppo forte. Quei movimenti insieme sinuosi e certi mi hanno imbrigliato ormai completamente. Non posso resistere. Mi avvicino con delicatezza, lemme, lemme e praticamente non visto, la tocco. E così a quel tocco è seguito un bacio, la passione mi ha annebbiato il cervello e ho perso qualsiasi remora, ogni ultimo barlume di renitenza. Un'attrazione fatale.
Lei mi ha ridato speranza, ha nutrito la mia insufficienza, ha colmato ogni scarsità e risolto ogni assenza, ma il mio appagamento è destinato a durare poco. Imparo oggi una lezione non richiesta, scopro oggi che ogni cosa ha un prezzo e che nulla ci appartiene per sempre.
E' colpa mia: sono stato troppo presente, pressante, quasi ossessivo.
L'ho tormentata, le sono stato oltremisura intorno ignorando il fatto che lei cercasse invano di liberarsi di me. Lo sapevo, ma mi sono illuso, ho fatto finta di non sapere, di non capire, preso come ero a soddisfare un mio esclusivo bisogno. L'ingordigia ha preso il sopravvento e della sua linfa vitale ne volevo sempre di più. Totalmente ubriaco di lei, sfinita dalle mie attenzioni, non ascolto il suo invito ad andare via, lasciarla in pace. Ho capito troppo tardi di essere in pericolo. Tornare indietro non si può, non mi è concesso. Non riparerò i miei errori e non rimetterò le cose a posto. Mi sono spinto troppo in là, oltre le mie reali capacità. Accidenti avrei dovuto pensarci prima, mantenere la calma, fermarmi in tempo. Tento una disperata fuga, ma sono appesantito, il bottino ha il suo peso e io sono stanco e assonnato. Vorrei fermarmi e dormire un poco, ma non posso. In fondo lei non voleva farmi del male, me lo aveva detto di andare. Ha provato ad allontanarmi, si è dimenata affinché fuggissi in tempo, ma io non le ho dato retta, non le ho lasciato altra possibilità se non quella di colpirmi. Ecco qual è il prezzo della felicità, della mia felicità. Ecco quanto costa l'ingordigia. Mentre muoio non provo per lei alcun rancore, di lei mi resta un dolce ricordo. E' stata dura la mia breve vita e se mi avessero detto quale fine ingloriosa mi attendeva su questa parete, avrei chiesto al creatore il permesso di nascere libellula invece che zanzara.

mercoledì 21 giugno 2017

gli scherzi di Cupido

Ero da poco uscito dall'ennesimo disastro sentimentale. Dopo mesi di masochismo passati trattenendo le parole nella speranza di non compromettere ulteriormente una situazione ormai per sempre compromessa, avevo deciso di concentrarmi sul lavoro.
Il lavoro è la panacea di tutti i mali: tiene la testa sveglia e attenta e aiuta il morale a restare alto.
Il lavoro, però, è anche molto altro: un tesoro, un  tesoro prezioso che non devi permettere a nessuno di portarti via.
Quella sera lavoravo in un locale dove avrei stupito i clienti con le mie magie fatte sia a contatto diretto tra i tavoli che rivolte a tutti dallo spazio adibito a palcoscenico. Il lavoro, dicevo, è prezioso. Quando si lavora si fa sul serio, anche se il lavoro in questione è divertente come il mio, non ci si concede a distrazioni e non si esagera con gli spettatori: mai prendersi confidenze eccessive.
Un serio professionista quando opera deve essere asessuato: un angelo. L'angelo in realtà quella sera lo avrei incontrato io e tutto mi aspettavo dalla serata menodi che potessi innamorarmi.
Avevo finito di sistemare la mia attrezzatura e la prima clientela si era accomodata ai tavoli; guardando dritto di fronte a me la vidi.
Bellissima e sorridente come certe protagoniste dei fumetti di Dylan Dog. Puro raggio di luce che brillava di luce propria: "E quella chi è?" fu la domanda che rivolsi a me stesso. 
Di belle gnocche nella vita ne avevo frequentate ma una ragazza bella come lei non l'avevo vista mai.
La ragazza era insieme con due coppie di amici, quindi la cosa mi lasciava presumere che fosse single, ma non potevo certamente esserne sicuro, così decisi di cominciare a lavorare proprio dal loro tavolo.
Il mio lavoro è bello perché mi consente di avvicinarmi a degli sconosciuti senza alcun timore, sollevandomi da quel particolare imbarazzo, quella vergogna o timidezza che ti assale quando cerchi di attaccare bottone con la ragazza sconosciuta che ha attratto la tua attenzione.
Mi avvicino al tavolo, mi presento e invito una delle signore ad aiutarmi, quelle con seduti vicino i due uomini. Chiedo il permesso di toccare una mano e uno dei maschi per scherzo mi mette sull'avviso: "Che quello è il marito, mi raccomando che è geloso". Bingo! Il caro giovanotto mi ha appena rivelato la composizione del tavolo. Rispondo in modo altrettanto scherzoso lasciando intendere quel che non è.
Intanto sono giunti anche i miei amici che han trovato posto poco lontano, avendo così modo di seguire tutta la vicenda.
Terminato il lavoro ai tavoli, comincia lo spettacolo di scena: corda tagliata e risanata, carte, ecc.
Tutto il programma commerciale finché si arriva al gran finale: l'esperimento della donna tagliata in due.
In realtà una rivisitazione piuttosto originale. E' il momento che aspettavo: chiamo la mia futura fidanzata sul palco e mentre le spiego il da farsi la musica scandisce le sue note per colorare il magico effetto; ormai completamente ebbro d'amore corteggio la ragazza dicendole all'orecchio "Signorina lei è bellissima". Finito lo spettacolo di scena ricomincio a fare strolling tra i tavoli ma è inutile dirlo, quello con la bellissima è il tavolo più avvicinato, tanto che il mio amico di sempre a un certo punto se ne accorge e mi dice: "ma vuoi andare anche agli altri???"
Basta. Non voglio raccontare oltre. Solo questo: è stata la prima volta in vita mia che son venuto meno ad una delle mie regole.
Quella sera un uomo triste, la cui missione è quella di fare spettacolo anche quando non ne avrebbe voglia, è tornato alla vita.
Per una volta il povero istrione ha fatto felice se stesso e siccome quando due vite si incontrano non accade mai per caso la felicità è stata equamente divisa per due. Lui e lei. Un mago e un angelo.
Se siete tristi per un amore finito non perdete tempo a piangervi addosso: non è stata colpa vostra. Doveva essere così, perché quando meno ve lo aspettate arriverà qualcuno migliore e quel buontempone di Cupido scoccherà la sua freccia.

martedì 20 giugno 2017

quando ero ragazzo io

Quando ero ragazzo io per cercare informazioni sulla "magia", la mia passione, dovevo girare per la città alla ricerca di libri sull'argomento. Conoscevo tutte le librerie e tutte le fiere del libro che visitavo regolarmente.
Quando ero ragazzo io le librerie erano bellissime: avevano scaffali in legno e l'ambiente era silenzioso, ovattato. La lettura era considerata una cosa sacra. Le librerie più grandi avevano delle ampie vetrine e se c'era un nuovo libro sui giochi di prestigio lo vedevi subito; la sua copertina ti ammaliava invitandoti ad entrare nel negozio dove ti avrebbe conquistato alla prima scorsa, convincendoti a portarlo via con te. Tutto questo accadeva se avevi la passione, ovvio, il "bacillus magicus" perché altrimenti non ti saresti mai sognato di metterti a fare il mago. Mica come oggi.
Dicevamo delle librerie: quelle più piccole, al contrario di quelle grandi, avevano una porticina con una vetrinetta discreta e dovevi fare molta attenzione per accorgerti della loro presenza nella strada. Appena entravi ti perdevi tra gli scaffali disposti a mo' di labirinto e sentivi la voce della signora che ti chiedeva se avessi bisogno di aiuto.
Io rispondevo sempre di no e che avrei dato solo un'occhiata. In realtà sapevo benissimo cosa cercavo ma erano fatti miei, una cosa personale. La magia è un'arte segreta e nessuno deve impicciarsi. Quando trovavo i libri che mi interessavano li aprivo con cura, con deferenza e se avevo i soldini li portavo alla cassa, pagavo e via, altrimenti nascondevo il libro sotto gli altri così che nessuno lo vedesse e poi tornavo a comprarlo.
Quando ero ragazzo io, tutto era ammantato di magia. Mica come adesso. Ricordo una volta... era il mese di ottobre o forse di novembre, stavo facendo i risparmi con il salvadanaio di creta che avrei rotto a Natale. In edicola uscì inatteso un libretto magico. Dovevo comprarlo ma come fare? Non avevo i denari, erano tutti conservati. Li sfilò la nonna dal salvadanaio con l'uncinetto. "Ma tu non farlo" mi redarguì saggiamente.
Quando ero ragazzo io erano pochi i negozi specializzati in magie e per fare un acquisto dovevi ordinare per posta e pagare con il vaglia. Ricordo bene i primi due cataloghi che giunsero a casa.
Due opuscoli di pura magia con dentro tutti gli strumenti che mi servivano ma che fino a poco prima non sapevo dove trovare.
Dopo aver sfogliato per giorni e giorni, settimane e mesi quelle pagine incantate decidevo finalmente come investire i risparmi, sì, quelli fatti con il salvadanaio di Natale. E siccome i soldini non erano poi tanti, dovevo ponderare bene cosa comprare.
Quando ero ragazzo io per fare un ordine si scriveva una lettera al negozio e la si spediva, quindi si andava a pagare all'ufficio postale.
Da quel momento cominciava una spasmodica attesa, ma quell'attesa aveva in se desiderio e magia. Daccapo dovevo attendere giorni, durante i quali sognavo il momento in cui sarebbe arrivato il pacco. Sapevo che sarei stato felice come non mai e quasi mi dispiaceva sapere che l'attesa prima o poi sarebbe finita. E certo... i tempi erano quelli: doveva prima arrivare la lettera a destinazione, che avrebbe impiegato i suoi giorni e poi dopo sarebbe stato spedito il pacco che, a sua volta, avrebbe impiegato i suoi giorni per arrivare. E finalmente il grande giorno: il pacco è arrivato. Lo aprivo curioso, cercavo le istruzioni del magico attrezzo e mi applicavo per comprenderne i segreti, perché altrimenti la magia non sarebbe avvenuta se non avessi studiato per imparare ad usarlo.
Quando ero ragazzo io la magia era magia, i maghi ed i ruoli erano rispettati.
Oggi, invece, tutto è a disposizione sul web e basta un giorno per ordinare e pagare ed il giorno dopo arriva l'oggetto. Un affare che tanto funziona da solo spingendo un bottone. Le istruzioni sono risicate e basta rifornirsi un poco per montare uno spettacolo e per sentirsi maghi. Ma se cercate la magia, quella vera, dovrete rivolgervi a chi ha respirato certi odori, vissuto certe atmosfere e frequentato il mondo incantato delle librerie perdute.

la maleducazione

Se dovessi rappresentare il fatto come scena di un mio romanzo scriverei così: "Eccoli. Trascorrono la serata sul lungomare, in allegri...