giovedì 12 dicembre 2013

la sendenz

In vernacolo barese con il termine "sendenz", in italiano "sentenza", si intende una sorta di "malocchio", una maledizione da indirizzare verso chi si ritenga colpevole di averci arrecato un dispiacere.
Adesso... so bene che troverete strano il fatto che proprio io, uomo moderno ma soprattutto abile artista della mistificazione, possa proporre un tale argomento.
Eppure l'idea di "mandare" saette a chi ci sta sulle palle è cosa piuttosto comune nel nostro vivere quotidiano. I motivi che possono spingere all'insano gesto sono generalmente dettati dalle solite cose: l'abbandono oppure l'invidia.
Quando una storia d'amore finisce, quali che siano le cause, ci sarà sempre una delle due parti che soffrirà più dell'altra. L'abbandono, benché annunciato, giunge inatteso e quindi è difficile da accettare. Se siete persone equilibrate, certamente soffrirete, ma con un pò di pianti e un pò di rotture di coglioni agli amici, riuscirete a superare la cosa nel giro di qualche mese e non manderete sentenze a nessuno.
Purtroppo esistono persone meno disposte a prendere atto della situazione e in un impeto di odio, incapaci di accettare il fatto che voi possiate avere un altro amore, non vi perdoneranno e auspicheranno per voi il fallimento della nuova storia sentimentale. E non solo di quella. "Che tu possa schiantarti con l'automobile" è uno degli auguri possibili.
"Ti pentirai di quello che hai fatto". Può darsi di si, oppure di no, staremo a vedere. Questo accade perché ognuno è convinto di essere irripetibile.
Nel caso dell'invidia, invece, basta molto meno per scatenare la furia dei "maledizionandi".
Non serve che voi abbiate un rapporto continuativo con l'invidioso, basterà che raggiungiate nel lavoro  qualche risultato importante. E più in alto salirete più la cosa darà fastidio all'invidioso che spesso si cela tra i vostri conoscenti.
"Guarda quello dove va a fare lo spettacolo! Spero che sbagli e che faccia una figura di merda". E altre piacevolezze di questo tipo.
La sentenza è una cosa malvagia, bruttissima e nessuno dovrebbe mai considerarla. Anche io sono stato lasciato, anche io ho visto altri passarmi avanti nel lavoro... ma ho sempre sorriso.
Non ho mai inviato malefici a nessuno; è una cosa che non si fa. Perché qualche volta le maledizioni arrivano a destinazione e fuori strada si va a finire davvero. Io mi sono schiantato con l'auto di recente, uno schianto piccolo per fortuna, senza conseguenze, ma che spavento!!! 
Sorridete sempre al prossimo, sorridete sempre a chiunque. Al/alla compagno/a che vi lascia, all'amico che ha più fortuna... a chiunque. Il bene è la miglior forma di riscatto. La sentenza invece è pura energia negativa che dopo aver colpito il vostro odiato nemico, per una sorta di legge di compensazione voluta dall'universo, riprenderà a viaggiare per tornare indietro e colpire con triplicata forza proprio chi l'ha scagliata. Conviene?

martedì 10 dicembre 2013

la caramella

Qualche giorno fa mentre passeggiavo con Biagio tra le vie del mio paese ho incontrato una cara amica con la quale, come spesso accade, mi son fermato a fare due chiacchiere. In quel mentre si è avvicinata una signora anziana nota alla mia amica. Io l'avevo incontrata qualche volta dal tabaccaio, ma il fatto che avesse avuto da ridire circa la presenza del mio cane, me l'aveva fatta mal giudicare. Noi amici degli animali a volte siamo altrettanto intolleranti verso coloro che non li amano ma non ce ne rendiamo conto. Basterebbe un po' di comprensione reciproca per vivere tutti quanti molto meglio. Comunque, com'è o come non è, la signora tira fuori dalla borsa un sacchetto di caramelle e ne offre una a Giovanna, la mia amica. Dopo di che chiede a me se ne gradisca una anche io.
Adesso, ci sono cose nella vita alle quali non so resistere e una di queste sono le caramelle fatte di gel con lo zucchero sopra: possibilmente all'arancia. Il proprietario del solarium, che aveva l'abitudine di mettere sul banco all'ingresso proprio le stesse, quando mi vede entrare nasconde il vassoio. La signora mi invita a prendere la caramella che desidero e, neanche a dirlo, trovo una di quelle che preferisco. Dopodiché la signora ci ha salutato ed è andata via. Non credevo che l'episodio si  sarebbe ripetuto e invece no: ho incontrato daccapo la signora ieri mattina e di nuovo mi ha offerto la caramella. "Oggi ho comprato queste" mi ha detto "perché ti piacciono".
Lì per lì ho preso la caramella e basta, ma dopo ci ho pensato a lungo.
La gentilezza di questa signora, che compra le caramelle per offrirle agli altri è una piccola/grande lezione di vita. Un gesto all'apparenza così semplice reca in se un grande potere: quello di "aggiustare" la giornata alle persone. Una caramella addolcisce la bocca, ma in questo caso anche il cuore. Quando incontri una persona che a malapena conosci, che ha avuto un pensiero per te, ti rendi conto che il mondo appartiene ai semplici. 
Tutto il male che può venirci fatto scompare grazie a una caramella. Forse l'anziana signora è un angelo sotto mentite spoglie, non lo so, quello di cui sono certo è che una caramella può davvero aggiustare la giornata.

giovedì 5 dicembre 2013

la buona parola

"Sapiente è colui che sa di non sapere" (dall'Apologia di Socrate)

Sono bravo a consolare la gente. Con l'ironia. Se uno è giù di morale la cosa migliore che si possa fare è farlo ridere.

In un paio di occasioni ho dispensato queste iniezioni di ottimismo:

con una ragazza in lacrime 

- "perché piangi?"
- "perché sono brutta ed i ragazzi non mi vogliono"
- "tu non sei brutta: sei bella dentro. Il problema è che non ti si può rivoltare"

con un uomo depresso

-"è un momento no, mi consola il fatto che dopo aver toccato il fondo più giù non si può andare"
-"chi l'ha detto? puoi sempre iniziare a scavare"

E' bello avere sempre una buona parola per tutti.


la bella femmina

Non mi ritengo un uomo fortunato, perché ho sempre vissuto passando attraverso momenti diversi, con risultati alterni. Periodi magnifici pieni zeppi di successo ai quali puntualmente si susseguono momenti complicati. E' come se per ogni periodo fortunato io debba pagare una sorta di tributo al destino. Ciò nonostante ho un buon carattere e vedo il bicchiere mezzo pieno anche se a volte, vi giuro, appare completamente vuoto.
Con le donne invece ho sempre avuto successo. Croce e delizia della mia vita, poiché anche loro, ad un certo punto, me la fanno pagare (non mi fanno pagare quello a cui state pensando, maliziosi che non siete altro!) mutando il loro atteggiamento.
Non ho un carattere perfetto, lo ammetto, probabilmente sono io ad essere incostante, ma come accade per le altre faccende, mi succede di restare solo a fare le spese di "un equilibrio stabile/instabile che crolla al vento di una nuova gloria" (da "l'amore si odia" di Fiorella Mannoia e Noemi).
Quando ai miei amici, o colleghi, presento un'amica la battuta, che ho sentito daccapo proprio ieri sera, è sempre la stessa: "Max, ma tu semb con le bell femmen ste. Lassem qualche cos che t'avanz". Ed eccoci arrivati al punto: la bella femmina.
Frequentare donne belle non è una cosa facile. Sappiatelo: è come un lavoro.
Per quanto la cosa soddisfi oltremodo il mio ego, per quanto il fatto che i signori uomini girino la testa vedendomi per strada con la donna che mi accompagna mi riempia di orgoglio, esiste il rovescio della medaglia.
La bella femmina è e sarà sempre corteggiata. Il gallo latino che vive in ogni uomo italico non potrà fare a meno, appena se ne presenterà l'occasione, di cantare il suo richiamo. E non crediate che questo gallo si scatenerà solo nell'estraneo, perché gli ormoni impazziscono a tutti, amici compresi e quando i comportamenti saranno dettati dal pene e non più dal cervello, dovrete aspettarvi qualsiasi cosa da chiunque.
La correttezza utopicamente raccontata nella canzone dei Pooh "la donna del mio amico" svanisce come per effetto di un nefasto sortilegio e proprio l'amico vorrà provarsi nel tentativo di sedurre la donna che lo attrae, pur essendo la vostra. Il peggio è che l'uomo avvezzo a questi comportamenti ha una visione surdimensionata di se stesso e non si rende conto di essere un poveraccio incapace di nuotare dove l'acqua è più alta.
Le donne, dal canto loro, sono suscettibili a certe attenzioni, e quand'anche non si lasciassero abbindolare ci terranno comunque a mantenere il rapporto con l'ammiratore perché i complimenti, a loro, fanno sempre piacere. Allora occorre stare sul chi vive. Un lavoraccio. Te ne accorgi di quello che sta succedendo e vi assicuro che è una autentica seccatura. Prima o poi si rischierà di degenerare e si dovrà, inevitabilmente, intervenire. Le storie finiscono, le amicizie si interrompono e ti incazzi tantissimo. Per ironia ci si rammaricherà per la grande fortuna che gli altri ti invidiano: il tuo ascendente sulle donne. 
A me è successo, tanto che una volta mi sono fidanzato con una ragazza sotto la media del mio gradimento: carina ma non bellissima. Mi dissi: "forse non devo fermarmi alla confezione" perché "l'essenziale è invisibile agli occhi" (da Il Piccolo Principe).
Le cose non andarono bene. Purtroppo nella scatola non c'era quello che mi aspettavo di trovare.
Fallito il tentativo son tornato a frequentare le stanze della bellezza. Se devo soffrire, almeno, soffro per una donna che rallegra i miei occhi ed i miei sensi. Non importa se le cose poi vanno come vanno perché, come dice il poeta, "essere sedotti ed abbandonati da una bella donna è una grazia che gli  Dei concedono a pochi".

mercoledì 4 dicembre 2013

comunicare virtualmente

"si deve essere un mare per essere in grado di ricevere le acque di un ruscello inquinato, senza diventare a causa di questo a propria volta impuri"
(citazione tratta da un film di animazione)

Succede a volte.. ci si propone di essere "strategici" e di stare zitti a oltranza. Si ingoia. Si sopporta. Però non è facile mantenere un atteggiamento lontano dal proprio essere. L'onestà intellettuale è un peso difficile da portare. Se sei abituato a dire quello che pensi senza nasconderti dietro il dito, prima o poi lo farai. E lo farai ancora. E ancora. Certa gente è abituata a fingere. E riesce a mantenere un atteggiamento cordiale. Però c'è spesso dell'altro. E se tu sei di quelli "sanguigni che la cosa la devono dire, alla fine la dici.
I mezzi moderni di comunicazione come "faccia di libro" per fare un esempio, alterano la percezione del reale. Il fatto di scrivere, anziché parlarsi di persona, falsa la cognizione di quello che, non ce ne rendiamo conto, è meglio tacere. "Chatti" con la persona che conosci ma è come se non stessi parlando con la persona che conosci. Il filtro è forte. Non hai la cognizione del fatto che sta succedendo per davvero.
E si scrivono minchiate oppure grandi verità. In ogni caso quello che l'altro non vuole sentire. Quindi come si potrebbe concludere questa pagina? Consigliando a tutti di lasciare perdere la comunicazione virtuale. Perché contribuisce alla caduta di ogni freno. Soprattutto se avete un carattere schietto come il mio. Ricordate: "le domande non sono mai indiscrete: le risposte lo sono a volte". A scanso di problemi... non fate domande. Le risposte potrebbero non piacervi.


la maleducazione

Se dovessi rappresentare il fatto come scena di un mio romanzo scriverei così: "Eccoli. Trascorrono la serata sul lungomare, in allegri...