giovedì 3 ottobre 2013

ospedale

Passare il tempo in ospedale è davvero utile. Guardi le cose ed il mondo da un'altra prospettiva ed impari a dare un peso differente alle sciocchezze che ti fanno tanto arrabbiare. Assistevo mia zia, in un reparto donna, bontà del personale medico, anche di notte (sebbene non mi trattenessi in camera se non strettamente necessario). Una poltrona con la fodera strappata e l'imbottitura di spugna a vista, presa in prestito dall'ingresso, costituiva il mio scomodo giaciglio. Il tempo trascorre osservando scene di varia tristezza. Il frate che da i conforti religiosi ad un'anziana signora in procinto di partire, il vecchietto appena ricoverato in balia del tremolio convulso , la ragazza che piange disperata perchè vorrebbe tornare a casa e chi attende sulla barella in attesa che si liberi un posto letto. In tutto questo purgatorio ad un tratto scopro un angolo di paradiso: i distributori automatici. 
Merendine di ogni tipo, bibite e succhi di frutta. Caffè, cappuccino, cioccolato e orzo. C'è tutto. Ma devi essere munito di spiccioli perché altrimenti non troverai nessuno disposto a cambiare. Il personale ha la chiave e con quella fa tutto. Se non fai come me che porto gli spiccioli da casa potresti ritrovarti a pensare: "cosa darei per avere quella chiave". Poi ti accorgi che gli incarti e le lattine vuote vengono lasciate dappertutto ed il piccolo paradiso, a causa della maleducazione, diventa fonte di inquinamento ospedaliero. 

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