mercoledì 21 giugno 2017

gli scherzi di Cupido

Ero da poco uscito dall'ennesimo disastro sentimentale. Dopo mesi di masochismo passati trattenendo le parole nella speranza di non compromettere ulteriormente una situazione ormai per sempre compromessa, avevo deciso di concentrarmi sul lavoro.
Il lavoro è la panacea di tutti i mali: tiene la testa sveglia e attenta e aiuta il morale a restare alto.
Il lavoro, però, è anche molto altro: un tesoro, un  tesoro prezioso che non devi permettere a nessuno di portarti via.
Quella sera lavoravo in un locale dove avrei stupito i clienti con le mie magie fatte sia a contatto diretto tra i tavoli che rivolte a tutti dallo spazio adibito a palcoscenico. Il lavoro, dicevo, è prezioso. Quando si lavora si fa sul serio, anche se il lavoro in questione è divertente come il mio, non ci si concede a distrazioni e non si esagera con gli spettatori: mai prendersi confidenze eccessive.
Un serio professionista quando opera deve essere asessuato: un angelo. L'angelo in realtà quella sera lo avrei incontrato io e tutto mi aspettavo dalla serata menodi che potessi innamorarmi.
Avevo finito di sistemare la mia attrezzatura e la prima clientela si era accomodata ai tavoli; guardando dritto di fronte a me la vidi.
Bellissima e sorridente come certe protagoniste dei fumetti di Dylan Dog. Puro raggio di luce che brillava di luce propria: "E quella chi è?" fu la domanda che rivolsi a me stesso. 
Di belle gnocche nella vita ne avevo frequentate ma una ragazza bella come lei non l'avevo vista mai.
La ragazza era insieme con due coppie di amici, quindi la cosa mi lasciava presumere che fosse single, ma non potevo certamente esserne sicuro, così decisi di cominciare a lavorare proprio dal loro tavolo.
Il mio lavoro è bello perché mi consente di avvicinarmi a degli sconosciuti senza alcun timore, sollevandomi da quel particolare imbarazzo, quella vergogna o timidezza che ti assale quando cerchi di attaccare bottone con la ragazza sconosciuta che ha attratto la tua attenzione.
Mi avvicino al tavolo, mi presento e invito una delle signore ad aiutarmi, quelle con seduti vicino i due uomini. Chiedo il permesso di toccare una mano e uno dei maschi per scherzo mi mette sull'avviso: "Che quello è il marito, mi raccomando che è geloso". Bingo! Il caro giovanotto mi ha appena rivelato la composizione del tavolo. Rispondo in modo altrettanto scherzoso lasciando intendere quel che non è.
Intanto sono giunti anche i miei amici che han trovato posto poco lontano, avendo così modo di seguire tutta la vicenda.
Terminato il lavoro ai tavoli, comincia lo spettacolo di scena: corda tagliata e risanata, carte, ecc.
Tutto il programma commerciale finché si arriva al gran finale: l'esperimento della donna tagliata in due.
In realtà una rivisitazione piuttosto originale. E' il momento che aspettavo: chiamo la mia futura fidanzata sul palco e mentre le spiego il da farsi la musica scandisce le sue note per colorare il magico effetto; ormai completamente ebbro d'amore corteggio la ragazza dicendole all'orecchio "Signorina lei è bellissima". Finito lo spettacolo di scena ricomincio a fare strolling tra i tavoli ma è inutile dirlo, quello con la bellissima è il tavolo più avvicinato, tanto che il mio amico di sempre a un certo punto se ne accorge e mi dice: "ma vuoi andare anche agli altri???"
Basta. Non voglio raccontare oltre. Solo questo: è stata la prima volta in vita mia che son venuto meno ad una delle mie regole.
Quella sera un uomo triste, la cui missione è quella di fare spettacolo anche quando non ne avrebbe voglia, è tornato alla vita.
Per una volta il povero istrione ha fatto felice se stesso e siccome quando due vite si incontrano non accade mai per caso la felicità è stata equamente divisa per due. Lui e lei. Un mago e un angelo.
Se siete tristi per un amore finito non perdete tempo a piangervi addosso: non è stata colpa vostra. Doveva essere così, perché quando meno ve lo aspettate arriverà qualcuno migliore e quel buontempone di Cupido scoccherà la sua freccia.

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