giovedì 3 ottobre 2013

il saluto

Passeggiavo per le vie del mio quartiere. Era pomeriggio, un pomeriggio di quelli "uggiosi"... in cui non succede nulla. Ero a spasso con il mio cane, quando incontrai un uomo. Una persona di quelle che ogni tanto incontri e che saluti per inerzia. "Ciao..." gli dici e "Ciao, ciao..." ti risponde. Come se il saluto ribadito servisse a dare più forza al saluto stesso. Cultura barese, che ha un senso solo a Bari. Quando vuoi sottolineare un concetto lo ripeti più volte. Per fare un esempio: "sono andato là, che sono andato..." L'uomo piccoletto, magro e ingrigito dal tempo, rispose quindi al mio saluto. L'ometto si avvicinò. Credevo che la cerimonia dei saluti, come al solito, si sarebbe conclusa lì e come sempre, ognuno avrebbe proseguito per la propria strada. Quel giorno fu diverso: avvenne l'imponderabile, l'imprevedibile... l'ometto aveva voglia di parlare. Si fece sempre più vicino, si assicurò che il mio cane non gli avrebbe abbaiato contro, e quando fu a due passi da me, mi guardò dritto negli occhi e mi chiese: "A Giovinazzo sta piovendo?" "Io sto qua" gli risposi. E mi lasciò con il dubbio... ma a Giovinazzo starà piovendo?

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