sabato 5 ottobre 2013

la calunnia

La purezza è dentro le persone, non fuori e nemmeno intorno. "Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla sua bocca" (Matteo 15,1-2.10-14).
I giudizi sono spesso vuoti e vacui, espressi per colmare le proprie incertezze, per giustificare i propri fallimenti e per consolarsi delle proprie ipocondrie mentali. Un inutile gioco al massacro ai danni del proprio simile, del prossimo, quel prossimo che magari si fa solo i fatti suoi. Non si spiega in altro modo questo bisogno atavico di far pettegolezzo e di inventare fandonie. 
C'è chi soffre perché l'amico ha la fidanzata più bella, ha più facilità nei rapporti, successo nel lavoro o più ascendente sulla gente. Ed ecco che una cosa semplice come l'empatia non è più quel che è ma diventa sporca, vista attraverso la lente distorta delle mille insinuazioni, che saranno sparse al vento ed inevitabilmente inquineranno un rapporto e rovineranno una vita. Anzi, forse due. E chissà quante altre.
Come la "goccia cinese" il venticello della calunnia finirà per scavare un solco profondo e la gente presa per sfinimento, finirà per credere, per convincersi, perché il gioco sporco sotto, sotto, piace a tanti.
Cosa accadrà quando infine la menzogna sarà passata per verità assoluta? Il calunniatore ne gioirà ma una volta ottenuto il risultato il becero individuo non proverà che un appagamento fugace, destinato a svanire in breve tempo e la soddisfazione di aver nuociuto a qualcuno avrà presto fame di nuove vittime.
Ed ecco che il circolo vizioso ricomincia. E' un gatto che si morde la coda. Un mostro peloso che mai si sazia. Si può diventare famosi in molti modi: "c'è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare male di sé: il non far parlare di sé" (O. Wilde). Diventare famigerati però è ben altra cosa. Il mondo, per fortuna, non è stupido e per sua natura sa proteggere se stesso dalle infezioni. Ed ecco che un giorno accade. Accade che la gente cominci a capire, a rendersi conto che le cose non tornano, che i pettegolezzi dell'indomito infame cambiano di volta in volta. I bugiardi spesso hanno una cattiva memoria.
"Allora non era come diceva lui..." osserva qualcuno e comincia a farsi strada la luce della ragione ed il pettegolezzo diventa un boomerang assai preciso. L'arma si ritorce contro la mano che l'ha impugnata.
Soffia lo stesso vento che infine non porta tempesta ma una brezza piacevole: l'afflato della verità.
La gente si risveglia, si allontana ed il calunniatore comincia a sentirsi solo. Ad essere solo.
Finché il perdono arriva da qualche parte, forse proprio da quell'amico, quell'unico amico, che ha deciso di guardare oltre la coltre di bugie che per qualche oscura ragione ottenebra la mente del povero cialtrone. La mano sarà protesa, una volta o forse due, ma resterà sempre vuota, poiché il fascino della calunnia continuerà a creare, inventare, concepire ed architettare. Lasciando quella mano vuota una volta di troppo, la solitudine riceverà il suo premio, diventando l'eremo nel quale, il traditore, si sarà chiuso da solo a doppia mandata, rendendosene conto solo quando il mondo fuori lo avrà per sempre dimenticato.

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